Psicologa Disturbi alimentari e Psicologia dell’Alimentazione

disturbi alimentari si presentano come situazioni di marcato disagio legato al rapporto con il cibo, che molto spesso si accompagna ad una disaffezione per le forme e le dimensioni del proprio corpo.

 

Numerose ricerche su disturbi alimentari e psicologia dimostrano un disturbo alimentare è presente quando il cibo assume un’importanza elevata nella vita dell’individuo, tanto da far dipendere la propria autostima ed i propri stati d’animo dal proprio comportamento alimentare. 

La propria alimentazione occupa uno spazio mentale enorme ed è fonte di emozioni intense.

 

Quasi sempre queste problematiche sono legate a vissuti di disagio legati alle forme o alle dimensioni del proprio corpo.

Disturbi alimentari e psicologia del cibo: l’anoressia

” L’astinenza è più facile della moderazione”

– Charles H.Spurgeon

L’anoressia è caratterizzata da un atteggiamento di controllo estremo della propria alimentazione. Il cosa e il quanto mangiare è fissato secondo parametri molto rigidi e ripetitivi, attraverso un processo di esclusione e riduzione continuo e costante che conduce, alla lunga, a sottopeso marcato. 

La relazione con il proprio corpo è contraddittoria: da una parte lo si percepisce di ‘come sempre troppo’ ( formoso, grasso, voluminoso, spazioso..), dall’altra, vederne le trasformazioni ( perdita di volumi, spessore, circonferenze, peso ) trasmette sentimenti di potere e forza. 

 

Significati, emozioni, pensieri, azioni che si ripetono come in un circolo vizioso che si automantiene e dal quale è sempre più difficile uscirne.

Psicologia e alimentazione: la bulimia

“Nei piaceri dei sensi, il disgusto confina con il godimento”

– Francis Bacon

Un persona che soffre di bulimia vive la propria alimentazione fluttuando tra periodi di restrizione in cui controlla la quantità e la qualità del cibo che assume secondo formule matematiche,  a periodi in cui si abbandona al suo piacere, lasciando ogni controllo e ritrovandosi ad assumere proprio quegli alimenti che prima si proibiva con estrema disciplina. Questo tipo di comportamento è accompagnato anche da una grande senso di colpa e di vissuto di incapacità a mantenersi coerente rispetto al proprio desiderio di controllo; emozioni che si traducono in tentativi di azzerare l’introito calorico ed espiare la colpa con attività fisica estenuante o altri comportamenti di ‘eliminazione’ .   

Il peso è mantenuto nella norma, ma il sentimento è che il proprio corpo sia comunque sempre in eccesso. 

Psicologia e alimentazione: il disturbo da alimentazione incontrollata ( BED )

“Io non ho paura dell’eccesso; l’eccesso è a volte esaltante. Previene la moderazione dall’acquisire l’effetto mortale di un’abitudine.” – William Somerset Maugham

Quando la persona sente  di perdere il controllo di cosa, quanto e come mangia si parla di Disturbo da alimentazione incontrollata. Questo problema si presenta con degli episodi  in cui la persona si alimenta, indipendentemente dalla percezione di fame, con quantità o con modalità che ella vive come ‘eccessive’. Può essere caratterizzato da delle vere e proprie ‘orge’ di cibo, precedute da rituali per la preparazione del pasto, ma gli episodi possono altresì presentarsi di notte o in momenti in cui la persona ‘sembra’ immersa in altre attività. 

La persona che vive la sensazione di perdita di controllo, vive forti sensazioni di ansia, angoscia e/o panico, sviluppando un senso fragile del sé che, alla lunga, interferisce con la propria autostima e il valore di sé. 

 

Il disturbo da alimentazione incontrollata può essere accompagnato da  sovrappeso, ma non è una condizione sempre presente.La relazione con il proprio corpo è difficile: vissuto come un compagno scomodo, fonte di piacere ma anche di dolore, fatica ad essere un ‘luogo’ comodo in cui vivere.

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